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È già accaduto molte volte in epoche passate e in tempi a noi anche molto vicini, che si riesca a riportare alla luce e restituire alla cultura universale i frammenti dispersi di quello straordinario "puzzle" multicolore fatto di segni e di testimonianze dei "passaggi", in cui consiste la storia di questo pianeta e dei suoi ospiti. Tale può essere considerato lo straordinario manoscritto trovato all'inizio del 2010 e di cui questo volume tratta. In esso, vergato in una bella ed ariosa grafia seicentesca e scritto in uno splendido latino classico, è contenuta l'inedita "Ode a Mario" la cui paternità, gli approfonditi studi e le analisi sin qui condotti autorizzano ad attribuire a Galileo Galilei. L'Ode ha come destinatario Mario Guiducci, allievo ed "amichissimo intrinsichissimo" di Galileo, ed il suo contenuto ne consente la collocazione temporale nei mesi più prossimi allo sciagurato processo di fronte al Sant'Uffizio, ai giorni dolorosi della sentenza e della pronunzia dell'Abiura. Essa illumina aspetti interessanti intorno alla crisi psicologica e morale che agita il suo animo in quegli anni. Questo volume si propone anche come "work in progress": un laboratorio aperto in cui coinvolgere chi legge.